
Il test adatto a sportivi e non che “vede il cuore” durante un esercizio fisico
Arriva l’Ecostress: l’ecocardio sotto sforzo
Una delle più rilevanti novità introdotte quest’anno dalla Società Europea di Cardiologia (ESC) è rappresentata dalle nuove “linee guida per la cardiologia dello sport e per l’impatto dell’esercizio fisico sul paziente cardiopatico”. “La prima osservazione a margine di queste nuove linee guida” commenta il Dottor Claudio Reverberi, cardiologo del Poliambulatorio Città di Collecchio “è relativa alla definizione che l’ESC dà dell’atleta”. Infatti l’ESC definisce l’“atleta” come “un individuo giovane od adulto, amatore o professionista che svolga con regolarità esercizio fisico e partecipi a competizioni sportive”. “Ma il principio generale più importante che emerge dal documento prodotto dall’ESC” prosegue il Dottor Reverberi “è che l’attività fisica, salvo rarissime eccezioni, è indicata e consigliata in tutte le situazioni che coinvolgano soggetti sani o cardiopatici”.
Le linee guida indicano anche cosa fare e cosa non fare nei diversi soggetti. Ad esempio in una persona sana sono raccomandati almeno 150 minuti alla settimana di attività fisica moderata o 75 minuti alla settimana di attività fisica ad alta intensità. Anche negli adulti di età uguale o superiore ai 65 anni è indicata una regolare attività fisica aerobica di moderata intensità per almeno 150 minuti alla settimana.
Soggetti obesi, per ridurre il rischio cardiovascolare, dovrebbero svolgere esercizi di resistenza per almeno 30 minuti al giorno per 5/7 giorni a settimana. Lo stesso è indicato per i soggetti diabetici ed ipertesi, se la pressione arteriosa è ben controllata dalla terapia. In caso di ipertensione non controllata dalla terapia è invece controindicato ogni tipo di esercizio fisico. Un esercizio fisico “personalizzato” è invece consigliato in ogni soggetto con scompenso cardiaco.
Nei pazienti con neoplasie si raccomanda di seguire una regolare attività fisica sia per migliorare la prognosi che la qualità della vita, ricordando a chi termina un ciclo di chemioterapia di effettuare un’ecocardiografia di controllo prima di riprendere a fare attività.
Nei soggetti con molteplici fattori di rischio cardiovascolare è opportuna una corretta stratificazione del rischio associando al tradizionale test da sforzo una metodica di imaging quale l’ecocardiografia (meglio se eseguita anch’essa sotto sforzo tramite l’esame dell’Ecostress), il calcium score e la TAC coronarica.
“In particolare l’Ecostress, una delle metodiche di cui ci siamo recentemente dotati, è particolarmente importante per osservare quali modificazioni avvengono nel nostro cuore durante uno stimolo (lo “stress”) indotto da un impegno muscolare del paziente” spiega il cardiologo del Poliambulatorio.
Focus
Attività sportiva in sicurezza
Fare sport dai 35 ai 55 anni… e oltre!
Per affrontare con ragionevole tranquillità un’attività sportiva, dai 35 ai 55 anni il primo campanello d’allarme è la familiarità” spiega il Dottor Alberto Anedda, Cardiologo e Medico dello Sport del Poliambulatorio Città di Collecchio. “In presenza di morti improvvise in famiglia, di cardiopatie congenite o di dubbi su altre patologie, sono necessari accertamenti accurati, fra i quali test da sforzo ed ecocardiografia. Richiedono approfondimenti anche i soggetti che soffrono di diabete di II tipo, obesità borderline, dislipidemia, donne oltre la menopausa, fumatori e tutti i soggetti sottoposti a stress o stati emotivi particolari. Inoltre per gli over 55 il controllo deve essere maggiore perché aumenta l’incidenza di cardiopatia ischemica.”
Un soggetto sedentario normale ha la capacità di portare in circolo 5 litri di sangue al minuto che diventano 25 sotto sforzo. Nel soggetto che si allena costantemente il cuore aumenta di volume arrivando a trasportare sino a 40 litri di sangue. L’ecocardiogramma diventa quindi un test importante per valutare le variazioni volumetriche del cuore, come le cardiomiopatie ipertrofiche, poiché spesso sono legate alle malattie sportive. Ogni 2 anni è opportuno eseguire anche un ECG da sforzo o un’Ecostress. Ma se il dubbio permane gli esami d’elezione sono la TAC coronarica e la Risonanza Magnetica cardiaca.
Per i bambini spesso la visita medico-sportiva è l’unico momento utile per fare un controllo e un ECG di base è già un utile strumento per poter diagnosticare una cardiopatia congenita.

IL CONSIGLIO DELLO SPECIALISTA
Dott. Alberto Anedda
PERCHE’ FARE L’ECOSTRESS?
È un esame in cui si abbina l’imaging leggero dell’ecocardiografia al test da sforzo. Il soggetto, monitorato con ECG, pedala sdraiato su un lettino basculante posto a fianco dell’ecocardiografo che consente al cardiologo di “vedere il cuore” durante l’esercizio. La comparsa di sintomi o variazioni del tracciato consentono di verificarne il reale impatto sulla contrattilità del ventricolo sinistro evidenziando un’eventuale ischemia indotta dallo sforzo. Negli sportivi è indicato soprattutto per valutare il comportamento delle valvole e del muscolo cardiaco durante sforzo in caso di sospetto diagnostico di valvulopatie. È utile poi nei soggetti con sospetta malattia coronaria per confermare la diagnosi e valutare la percentuale di muscolo cardiaco a rischio, nei casi in cui una tradizionale prova da sforzo non sia eseguibile o interpretabile o risulti dubbia e nei soggetti con grave riduzione della funzione cardiaca a causa di una malattia coronarica, per valutare se un intervento di rivascolarizzazione con bypass o angioplastica possa essere di beneficio.

A VOI LA PAROLA
Domanda della Sig.ra Alessandra da Parma
Quando iniziare a fare sport?
Risponde il Dottor Alberto Anedda, Medico dello Sport del Poliambulatorio Città di Collecchio
Gli sport con una componente elastica, come pattinaggio, nuoto, ginnastica artistica, equitazione su pony, possono essere praticati sotto i 10 anni. Dopo i 10 anni, ok a pallavolo e basket. Dopo i 12 anni si possono praticare tutti gli altri sport, sci alpino e mountain bike incluso.
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