Ora è possibile effettuare un esame specifico per diagnosticare l’infiammazione
Covid-19 e miocardite nei giovani atleti
La pandemia da Sars-Cov-2 ha messo la cardiologia di fronte a nuove scelte e a nuovi percorsi diagnostici. “I giovani atleti rappresentano una popolazione che può essere ad alto rischio di trasmissione ambientale e situazionale per Covid-19 e, se contraggono l’infezione, possono sviluppare miocardite virale (anche in assenza di sintomi) ed essere a rischio di morte improvvisa durante le fasi di allenamento e competizione” spiega il Dottor Claudio Reverberi, Cardiologo del Poliambulatorio Città di Collecchio.
“La morte cardiaca improvvisa di un giovane atleta è un evento raro, ma ad impatto emotivamente devastante sull’opinione pubblica e sui medici perché è imprevedibile e ad esito drammatico. Nella cardiologia e nella medicina dello sport da tempo si discute sullo screening ideale per l’identificazione del soggetto ad alto rischio di morte improvvisa”.
Sin dai primi casi di Covid-19 è stato descritto uno spettro associato di manifestazioni cardiovascolari tra cui la miocardite, la cardiomiopatia da stress, l’infarto e l’aritmia. Negli ultimi mesi è stata raccolta una serie di informazioni che hanno indotto 13 università degli USA ad attivare uno screening cardiaco completo per gli atleti risultati positivi al Covid-19. “Indipendentemente dalla presenza di sintomi l’atleta veniva sottoposto ad ECG, test alla troponina HS, ecocardiografia e Risonanza Magnetica Cardiaca. L’analisi dei risultati in una popolazione di 2.461 atleti ha evidenziato che nel 2,3% erano soddisfatti i criteri diagnostici per miocardite mediante la Risonanza. Di questi più del 50% non aveva sintomi cardiovascolari ed era impossibile identificare la miocardite senza la Risonanza Magnetica Cardiaca perché gli altri esami erano normali”.
RISONANZA MAGNETICA CARDIACA
L’esame gold standard per rilevare la miocardite
“Le evidenze emerse dallo studio americano confermano che uno screening per miocardite in giovani atleti, basato solo sui sintomi di Covid-19, è poco sensibile. La sensibilità può migliorare con l’impiego di un algoritmo che combina la presenza di sintomi con i risultati di ECG, troponina HS ed ecocardiogramma, ma dobbiamo essere consapevoli che con questo approccio non vengono intercettati quei soggetti in cui la miocardite è evidenziabile solo mediante una Risonanza Magnetica Cardiaca. La diretta implicazione clinica
di un riscontro alla Risonanza di alterazioni miocardiche in giovani atleti non è nota così come rimane incerto il loro significato quali marcatori di maggior rischio di morte improvvisa” spiega il cardiologo. “Rimane aperta la questione se questi risultati siano un valido supporto per limitare l’attività in questi giovani, in considerazione del fatto che finora la miocardite negli atleti è stata sempre diagnosticata nel contesto di sintomi cardiovascolari e non con uno screening”.
IL CONSIGLIO DELLO SPECIALISTA
Dottor Claudio Reverberi
Arriva la Cardio RMN Fast!
“Allo scopo di ridurre le tempistiche di esecuzione e i costi e di sottoporre il paziente ad un esame meglio tollerabile, abbiamo studiato un nuovo protocollo diagnostico, la Cardio Risonanza Magnetica Fast, che, grazie a sequenze di immagini dedicate e all’uso indispensabile del mezzo di contrasto, senza esporre il paziente a radiazioni, consente di accertare l’infiammazione a carico del miocardio e/o del pericardio, completando il percorso indicato dalle linee guida internazionali che prevedono l’esecuzione dell’ecocardiogramma e dell’ECG nel contesto della visita specialistica”, spiega il Dottor Reverberi.
A VOI LA PAROLA
Domanda della Sig.ra Giovanna da Parma
«La Cardio Risonanza Magnetica Fast ha la stessa durata di una Risonanza Magnetica Cardiaca?»
Risponde il Dottor Claudio Reverberi, Cardiologo del Poliambulatorio Città di Collecchio
No, è detta appunto “Fast” perché, a differenza della Risonanza Magnetica Cardiaca, si caratterizza da un’acquisizione di immagini mirata al miocardio e al pericardio riducendo di molto il tempo di esecuzione – e di conseguenza anche i costi – e garantendo al paziente una maggiore tollerabilità dell’esame.
GUARDA GLI ALTRI POST